LIBERAZIONE
è una delle parole più belle del vocabolario italiano, la sonorità delle
lettere che la compongono indica inevitabilmente la festa, sembra intonare un
canto di gioia. Il concetto che esprime poi è universale ed implica una
sottomissione precedente che viene sconfitta con la prospettiva di un mondo
nuovo. E tutto questo attraverso l’AZIONE e non l’attesa, una conquista non un
regalo.
Storicamente
in Italia la LIBERAZIONE è avvenuta attraverso un insieme di atti concreti e al
contributo di molte forze, a volte diverse fra loro, ma unite da un obbiettivo
comune. Vi è stata la lotta di resistenza partigiana ovvero la volontà di non
accettare i soprusi ma di organizzarsi per rivendicare i propri diritti. Vi è
stato anche lo sbarco delle truppe alleate: l’intervento delle forze
democratiche contro quelle dittatoriali. E allora oggi 25 aprile 2018 vogliamo
ricordare questo giorno di liberazione attraverso un simbolo tangibile che
rimarrà perennemente scolpito nella nostra sala consigliare. La politica che è
l’arte di coniugare la visione ideale al mondo del realizzabile ha il compito,
attraverso gesti tangibili, di sensibilizzare e tramandare in maniera chiara e
netta un insieme di valori fondanti. Proprio per questo, quando il Vice
Comandante Montalto, che ringrazio, ci ha donato la sabbia del paese ove il 10
luglio 1943 sono sbarcati per la prima volta gli Alleati, ovvero Portopalo di
Capo Passero in Sicilia, abbiamo pensato di metterla nella sala consigliare,
nel luogo dove la democrazia, nata dalla liberazione, trova la sua più alta
collocazione a livello paesano.
Abbiamo
pensato inoltre di non creare un simulacro o qualche strano oggetto, quasi ad
ostentazione, ma abbiamo voluto incidere il tavolo del consiglio, creare al suo
interno uno spazio dove appoggiare la sabbia, a simboleggiare che la nostra
vita amministrativa, che il confrontarsi fra maggioranza e opposizione è oggi
possibile perché più di settant’anni fa dei ragazzi su questa sabbia di un mare
incantevole hanno versato il proprio sangue per la nostra libertà.
Come
le radici di un albero albergano nel ventre della terra così il ricordo di ciò
che ha generato il nostro vivere civile sarà per sempre nell’anima del tavolo.
Abbiamo
infine pensato che la figura geometrica da intagliare fosse quella del
rettangolo aureo, ovvero il canone greco della bellezza. Per gli antichi greci
e non solo il rettangolo aureo era il modo razionale per distinguere ciò che
era fatto bene da ciò che non lo era. Così noi, ricorrendo al rettangolo aureo,
abbiamo voluto, in un mondo irrazionale dove tutto è il contrario di tutto,
dove si osa rimettere in discussione principi basilari, ribadire in modo
razionale, con questa scelta stilistica, da che parte stiamo. Ci si può
dividere su tutto, ognuno può avere la propria propensione per questo o per
quel partito ma se viviamo in una repubblica democratica è perché hanno
trionfato le forze antifasciste e quindi il giorno di liberazione deve servire
per dire chiaramente il nostro no a qualsiasi totalitarismo che nega la dignità
dell’uomo e propone la superiorità di una razza rispetto all’uguaglianza e alla
sacra libertà dell’individuo.
Grazie
quindi al Vice Comandante Montalto e alla FIDAC (Federazione Italiana dei
Combattenti Alleati) per questo omaggio, grazie a voi presenti che
testimonierete questa giornata e grazie a tutti coloro i quali entrando in
questa sala del Municipio di Granze e guardando questa nicchia ricavata nel
tavolo rivolgeranno il loro pensiero ai soldati alleati che con il loro
sacrificio hanno contribuito alla nostra LIBERAZIONE. W L’ITALIA!