mercoledì 27 luglio 2022

FIDCA Udine :Lettera in difesa degli Arditi! anniversario 29 luglio 1917-29 luglio 2022

Quando si celebra l’Anniversario della Fondazione degli Arditi molti incominciano la solita solfa delle strumentalizzazioni, studiare la Storia ancora per i molti c’è molto da fare e da imparare

Noi vogliamo ricordare quello che questi Valorosi hanno fatto e soprattutto sottolineare il Valore ed il significato di essere Arditi. Quando alcuni iniziano a fare delle strumentalizzazioni e delle manipolazioni su alcuni fatti,avvenimenti ecc. abbiamo l’esplosione della ignoranza.

Un po’ come le barzeletta sui Carabinieri,
un po’ può essere accettato –con sopportazione momentanea-ma finito lo scherzo o la battuta si deve ritornare alla normalità, in pratica qua lo scherzo dell’ignoranza strumentale continua e questo fa confusione su chi, soprattutto, ignora la Storia.

 Questa nostra e mia chiarificazione e' dovuta al fatto che ad ogni ricorrenza nell'Anniversario di Fondazione degli Arditi si verificano incresciose strumentalizzazioni anche e sopratutto  offensive ,inutili ribadire che questa e' dettata da visioni di parte, l'onestà storica deve essere patrimonio comune se questo manca siamo a livelli puerili e non aggiungo altro.

Il 29 luglio 1917, si volle fare uno sforzo innovativo,anche se con molte difficoltà o boicottaggi per effettuare un cambiamento strategico e rafforzare il Regio Esercito Italiano nella Prima Guerra,fu cosi’ che nacque un Reparto Speciale organizzato, per molte Forze Armate anche straniere fu un punto di riferimento!

I Soldati   che inizialmente ne fecero parte erano volontari poi con il passare del tempo furono gli stesso Comandi dislocati a designare uomini magari gia’ veterani ma soprattutto tra i piu’ esperti ed anche coraggiosi alcuni gia’ decorati ma soprattutto scelti anche dopo una accurata visita medica.

Questi Uomini,ribadisco con la “U” maiuscola ma non per mettere in secondo piano altri Uomini che non ne fecero parte, una U maiuscola per rispetto poiche’ Loro sapevano gia’ cosa li avrebbe aspettato.

Le attività addestrative oltre la preparazione fisica coinvolgeva tattiche innovative sia di combattimento che di assalto.

Colgo l’occasione per smentire chi denigra gli Arditi,che questi Uomini si ribadisce non erano delinquenti,ne’ pregiudicati,ecc.

Importanti furono le azioni di addestramento sia con l’utilizzo di sistemi lanciafiamme che per l’utilizzo di bombe a mano e del pugnale,ecc.

La istruzione sulle armi in dotazione non solo nazionali ma anche straniere oppure di quelle dei nemici,molti degli Arditi furono anche feriti o deceduti nelle fasi addestrative.

Questa importante fase addestrativa porto gli Arditi a compiere Atti di Alto Eroismo e li fece diventare il Reparto piu’ temuto dal nemico.

Le innovative tattiche militari furono l’occhiello della loro forza.

Questa mia breve vuole solo sottolineare che non conoscere la Storia oppure di strumentalizzarLA  anche in politica a propria visione per buttare sabbia negli occhi di chi non conosce i fatti storici significa insultare questi Uomini ed il loro sacrificio.

La/e  manipolazione/i sulla figura dell’Ardito sono solo atti vergognosi, tutti dobbiamo capire o meglio conoscere il nostro passato storico per cercare di sforzarsi per capire l’attuale.

Vada ai Valorosi Arditi, alle Truppe Italiane il nostro rispettoso ricordo.

La FIDCA-Federazione Italiana dei Combattenti Alleati-di Udine porge il massimo rispetto a tutti i Caduti siano essi Italiani o Stranieri,il rispetto del ricordo ai Caduti siano essi Militari oppure Civili travalica ogni visione od appartenenza politica,ogni Religione,ogni colore della pelle!

NOI NON DIMENTICHIAMO!






martedì 26 luglio 2022

FIDCA Udine : 23 luglio Ricordo delle Portatrici Carniche a Timau.Onore Sempre !

La Fidca di Udine con il suo presidente di sezione dott.Antonello Quattrocchi il g 23 luglio 2022 a Timau ha voluto ricordare le Valorose Portatrici che sia in Carnia,nel Canal del Ferro,nell'Isontino,nelle Valli del Natisone hanno supportato le Truppe Italiane,con questo Ricordo non dimentichiamoci anche dei ragazzi e delle ragazze che hanno collaborato lavorando duramente. Con Maria Plozner Mentil-MOVM- nata a Ponars di Timau nel 1884 deceduta a Paluzza nel 1915  nel suo Ricordo si Onorano tutte le Persona che hanno svolto questo importante sforzo fisico e non solo anche a rischio vita.


















Storia: Tratto da : http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/maria-plozner-mentil/

Onore sempre!


Chi da Tolmezzo sale verso il Monte Croce Carnico, si trova sulla sinistra, prima di entrare a Paluzza, una caserma intitolata a Maria Plozner Mentil
Si tratta dell’unica caserma italiana che porta il nome di una donna.
Le ragioni di questa dedica si inscrivono in una complessa vicenda collettiva: la partecipazione dei civili alla prima guerra mondiale in Carnia. La Carnia era strategicamente una zona chiave perché, realizzando uno sfondamento a Passo Monte Croce Carnico, l’esercito austriaco avrebbe avuto via libera nelle valli del But e del Chiarsò, considerate le porte principali per l’invasione dell’Italia.
Per questo il teatro di guerra della Carnia era presidiato da 10-12 mila uomini, che ogni giorno dovevano ricevere vettovaglie, munizioni, medicinali e attrezzi vari provenienti dai depositi di fondo valle.
Per rispondere a questa esigenza, il generale Lequio, comandante del settore, reclutò le donne della zona, ben conoscendo la resistenza fisica che esse, costrette fin da bambine a sostituire nei lavori più pesanti gli uomini, quasi tutti emigrati, possedevano.
Nacque così un corpo di circa 1000 ausiliarie, formato da donne di età compresa tra i 15 e i 60 anni le “portatrici carniche” che operarono tra l’agosto del 1915 e l’ottobre del 1917 quando il cedimento del fronte dell’Isonzo costrinse i soldati di Carnia a ripiegare per non essere presi alle spalle, lasciando le posizioni che mai avevano perduto.
Le portatrici carniche dovevano presentarsi ogni giorno all’alba presso i depositi di fondo valle per ricevere il materiale che caricavano nelle gerle da portare a spalla. Per giungere alla linea del fronte dovevano superare dislivelli dai 600 ai 1200 metri, con una marcia di una durata che andava dalle 2 alle 5 ore.
Per il loro lavoro ricevevano un compenso, corrisposto mensilmente, di lire 1,50 e dovevano essere pronte a essere chiamate a ogni ora del giorno e della notte. La loro attività fu dovuta più a spontanea volontà di collaborare che al soldo, anche perché i soldati presenti in zona erano prevalentemente appartenenti ai battaglioni alpini “Tolmezzo” “Val Tagliamento” e “Monte Arvenis”, reclutati nel territorio.
Esse non furono mai militarizzate, cioè costrette al lavoro per forza di legge e soggette alla disciplina militare. Furono munite di un libretto personale di lavoro e di un bracciale rosso con stampigliato lo stesso numero del libretto e con l’indicazione dell’unità militare per la quale lavoravano.
Maria Plozner era una di queste portatrici. Nata in borgo Ponars di Timau il 17 novembre 1884 viene descritta come «simile in tutto e per tutto alle altre donne della sua terra: capelli neri lisci, statura non alta ma armoniosa, costituzione robusta, viso ovale con un che di forte nei lineamenti pur dolci».
Orfana fin da bambina del padre Tobia, boscaiolo, morto in un incidente in Romania dove era emigrato, crebbe con la madre nel piccolo borgo dove era nata e lì si sposò il 29 gennaio 1906 con Giuseppe Mentil, anch’egli di Timau. Un matrimonio felice, nonostante le lunghe assenze del marito, che spesso lavorava all’estero. Ne nacquero quattro figli di cui Maria stava ancora allattando l’ultimo al momento in cui fu uccisa.
Il mattino del 15 febbraio 1916, Maria Plozner Mentil giunse alle 11 insieme a Rosalia Primus Bellina a circa 300 metri dalle Rocce Malpasso, là le due donne avevano vuotato la gerla, colma di viveri e si erano soffermate per mangiare un boccone e riposarsi un poco.
A quel punto, Maria fu colpita da un cecchino appostato sul Koeder Alm che la ferì al fianco destro: venne soccorsa dalla compagna e dagli alpini, ai quali donne come Maria davano la possibilità di sopravvivere e di resistere lassù in quel primo, durissimo inverno di guerra. Fu subito trasportata al non lontano posto di medicazione. La ferita, sotto la spalla destra, venne sommariamente fasciata, la donna fu ristorata con un po’ di cognac e caffelatte e, collocata su una barella, e portata a spalle da quattro alpini a Paluzza, nell’ospedale da campo alloggiato nelle scuole elementari.
Nonostante le cure, morì quella notte stessa. Il suo corpo venne tumulato nella fossa 17 del cimitero di San Daniele di Paluzza, ma fu successivamente traslato nel 1937 nel tempio ossario di Timau, dove ancora riposa, unica donna tra 1763 caduti sul fronte carnico. Nel 1997, il presidente Scalfaro, motu proprio, conferì alla memoria di Maria Plozner Mentil la medaglia d’oro al valor militare, quale ideale rappresentante di tutte le Portatrici.




FIDCA NON DIMENTICA!!


martedì 19 luglio 2022

FIDCA Udine :10 luglio 2022 Passo Cason di Lanza Ricordo Storico.

 

Il g 10 luglio 2022 il nostro Socio Stefano Cagnato,fra l' altro ufficiale del Corpo Militare della CRI,nonche' Socio rifondatore della FIDCA di Udine ha voluto ripercorrere i sentieri percorsi dai militari Italiani e Austro-ungarici nella Prima Guerra mondiale-Passo Cason di Lanza  sotto la Creta  di Aip, portando a tutti loro il Rispetto doveroso della Memoria storica, mai dimenticare!


da :MONTE ZERMULA dal PASSO DEL CASON DI LANZA – SUPERMONTIFVG


Durante la prima guerra mondiale, costituiva la prima linea italiana in questo settore, che fronteggiava le postazioni austriache poste sulla catena di confine. Sono ancora ben visibili i segni che il conflitto ha lasciato sul territorio (trincee, gallerie, mulattiere militari).




















Storia :

Nell'anno  1478 nel Plan di Lanze si verifico' un tremendo scontro molto sanguinoso  tra i turchi che tentavano di valicare il passo e le truppe della Serenissima Repi<ubblica di Venezia, affiancate dalle milizie popolari carniche. I turchi vennero sconfitti e respinti e la Carnia fu  salvata dalle loro temute scorribande. La leggenda dice  che il nome, Plan di Lanze, e' probabile  derivi dalle lance abbandonate sul campo dai turchi sconfitti.