La Fidca di Udine a fianco del Club per l'Unesco di Udine.
La FIDCA condivide e sostiene questa importante Giornata ONU,con partecipazione diretta e condivisione dei principi,contribuendo direttamente al coinvolgimento conoscitivo di questa problematica persistente in molti Paesi del Mondo,problematica che crea danni diretti alle persone innocenti, le Mine anti-uomo anche a distanza di anni dalla loro posa sono attive e presenti anche a qualche centinaio di chilometri da noi-vedi Bosnia confine con Croazia.Hanno portato il loro contributo e conoscenze personali a questa giornata gli amici :Gianluca Civitarese,Giuseppe Troilo,Antonio Pipere, il collegamento telematico di questa Giornata in piena pandemia,ha comunque portato una limitazione alla parte documentale e degli ultimi aggiornamenti degli stessi,ma non allo spirito di informazione.
Questa Giornata da parte dell'ONU e' anche un invito a non dimenticare un impegno a Difesa dei Diritti Umani.
Comunque, l'introduzione della Giornata svolto dalla Dottoressa Renata Capria d'Aronco,Presidente del Club per l'Unesco di Udine,Socia Onoraria della Fidca di Udine,ha dato inizio ai lavori ricordando anche le Giornate che si sono svolte negli anni precedenti.
Nella stessa Giornata sono stati portati i saluti del Dottor Baracetti Fabrizio e del Presidente Nazionale FIDCA cav.Eugenio Ottavio Montalto e di tutta la Sezione FIDCA di Udine e di tanti amici che si sono collegati ed hanno dimostrato appoggio alla iniziativo e che ringrazio : Michele Vidon, Bartolomeo Bonafede,ecc.
Svolgimento :
Renata Capria D’Aronco Presidente del Club per l’UNESCO di Udine
Introduzione
Teresa Gualtieri Presidente della FICLU e del Club per l’UNESCO di
Catanzaro
Saluto istituzionale
Relatori:
Antonello Adriano Quattrocchi-Già Componente del Direttivo Regionale F.V.G.LIDU – Membro FIDH (Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo), Dottore in Sociologia,Giornalista Pubblicista, Presidente-FIDCA(Federazione dei Combattenti Alleati) Sezione di Udine, Delega per i Diritti Umani nel Club per l’UNESCO di Udine
Le mine nel mondo
Gianluca Civitarese
C.F Marina Militare
Ricordi personali
Giuseppe Troilo
Maresciallo Specialista A.M. – in quiescenza –facente parte della disciolta 36^ Aereobrigata I.S.Jupiter, Socio FIDCA di Udine
Mine in Bosnia
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Ai lettori invito a leggere la documentazione seguente:
Antonio Pipere:
CONFERENZA
SULLE MINE E LA LORO MESSA AL BANDO
1.
Sin
dai tempi antichi l’uomo ha pensato, studiato e realizzato strumenti e/o
oggetti che permettessero di difendere postazioni e accampamenti o impedissero
il passaggio a personale ostile/nemico.
I romani utilizzarono in modo diffuso i “TRIBOLI”,
inventati e già utilizzati da Alessandro Magno contro i persiani, erano dei
chiodi in ferro con 3 o 4 punte acuminate, realizzati in modo da avere sempre
una punta rivolta verso l’alto comunque li si poggiasse sul terreno. Lo scopo
era quello di bloccare il passaggio/transito delle persone e, soprattutto, il
transito degli animali e le cariche della cavalleria, infatti nel momento in
cui venivano calpestati trapassavano i piedi delle persone o gli zoccoli degli
animali.
Secondo alcune fonti, ordigni esplosivi terrestri erano
già usati nel III secolo Zhuge Liang del Regno Shu in Cina, resti di ordigni
esplosivi antenati delle bombe a mano furono utilizzati dai mongoli di KUBLAI
Khan nel XVIII secolo, nel 1280 circa, durante il tentativo di invasione del
Giappone.
Nel XVIII secolo in Europa si seppellivano ordigni
esplosivi coperti con ghiaia o frammenti di metallo; in francese questo tipo
primitivo di mina terrestre non industriale era chiamata “fougasse” e fu usata anche durante la Rivoluzione americana e la
Guerra di secessione americana. (la
battaglia di Passchendaele si aprì proprio con la deflagrazione di mine
terrestri.
Durante la 1^ Guerra Mondiale, una guerra di posizione,
inizialmente si ricorse in modo diffuso all’utilizzo dei triboli che venivano
impiegati a protezione delle trincee e posti comando, spesso venivano infettati
con sterco, urina e resti in decomposizione di animali. Per la prima volta però
il loro utilizzo avvenne con una evoluzione tattica che avrà tragici sviluppi
quando verranno realizzate e impiegate le mine, infatti non vennero più
impiegati da soli ma unitamente agli “ISTRICI” ed alle “TAGLIOLE” (tristemente
famose divennero le tagliole per orsi.
Gli inglesi proprio durante il primo conflitto iniziarono
a costruire mine che contenevano gas velenoso invece di esplosivo e questa
tipologia di ordigno fu usato dall’Unione Sovietica fino agli anni ottanta.
Anche gli Stati Uniti negli anni cinquanta condussero esperimenti su questo
tipo di armamento.
Le prime mine
terrestri moderne, costruite a livello industriale ed equipaggiate con
esplosivi ad alto livello potenziale, apparvero nella Germania Imperiale
intorno al 1912, esse furono poi impiegate da quasi tutti gli eserciti nella 1^
Guerra Mondiale.
2.
Durante
la 2^ Guerra Mondiale le “MINE” vennero impiegate diffusamente, tristemente
famosi i “Giardini d’Inferno” di Rommel, dei campi minati ad altissima densità
in vaste aree del deserto di El-Alamein.
Vaste aree del deserto egiziano e libico sono tutt’ora
interdette al passaggio in quanto sono presenti ancora moltissimi ordigni.
Durante la guerra del Vietnam da parte delle truppe
americane vi fu un massiccio ricorso all’uso delle mine che venivano spesso
gettate anche nelle risaie, mentre i guerriglieri Vietcong risposero con i
“PUNGIGLIONI”, erano delle stecche di bambù appuntite ed affilate infilate
all’interno di buche scavate nel terreno, le stecche venivano poi infettare con
urina, sterco e resti di animali in decomposizione.
3.
LE MINE.
La mina terrestre
è un ordigno esplosivo, utilizzato
generalmente in ambito militare, che viene posizionato sul terreno o
sottoterra, costituito da un contenitore dotato di una carica esplosiva e
munito di un dispositivo atto a provocarne l’esplosione a comando o a
contatto quando viene azionato dalla pressione di un veicolo o di un piede
che vi passa sopra oppure attraverso lo strappo o il taglio di appositi fili
d’inciampo.
Il termine MINA
viene generalmente usato per indicare ordigni progettati e prodotti a
livello industriale e quindi NON
per ordigni improvvisati.
Nella tattica moderna le mine sono utilizzate per
impedire l’accesso a determinate zone, per esempio per impedire al nemico di
oltrepassare confini contesi o, più in generale, per limitarne i movimenti; lo
scopo è quindi simile all’utilizzo del filo spinato durante la Grande Guerra.
LE MINE SI DIFFERENZIANO IN:
-
ANTIUOMO;
-
ANTICARRO o
ANTIVEICOLO in genere;
-
TERRESTRI;
-
SUBACQUEE.
Il sistema di accensione/funzionamento può essere:
-
A PRESSIONE;
-
RILEVAZIONE DI
MOVIMENTO;
-
SUONO O VIBRAZIONI;
-
RILEVAZIONE DI CAMPO MAGNETICO;
-
ELETTRICO;
-
CHIMICO;
-
A STRAPPO e/o
RILASCIO DI TENSIONE (vedasi la tipologia
delle mine MRUD, VALMARA o CLAYMORE).
Le mine più moderne sono talvolta in grado di distinguere
veicoli amici o nemici.
Il peso delle mine
varia da poche decine di grammi sino ai 1000 kg. per le mine marine antinave.
Le mine hanno varie forme, da quella classica a forma di
scatoletta di tonno, rettangolari tipo saponetta da bucato oppure cilindriche
tipo lattina di birra con lunghezza variabile, sferiche o fantasiose tipo la
mina “a pappagallo” utilizzata in Afghanistan.
Esistono anche delle mine, tipo la “MIACID 51” (francese)
che non hanno un vero involucro esterno….. l’esplosivo è vetrificato e
costituisce esso stesso la forma dell’ordigno, al suo interno è annegato
l’innesco (visivamente ricorda una forma di formaggio). Appartiene alla
tipologia delle mine anticarro
e queste hanno, normalmente, tutta una serie di congegni “anti-maneggio” e “anti-rimozione” al fine di evitare che
una persona possa rimuoverle e magari ricollocarle da un’altra parte (infatti esplodono sotto il peso di un veicolo essendo tarate per una
pressione superiore a 100 kg., pesano circa 9 kg. e contengono circa 5 kg. di
esplosivo).
Le mine di norma sono rilevabili tramite l’utilizzo di
“cercamine” o “cercametalli”, la ditta americana Foster leader mondiale nella
produzione di metal-detector, era arrivata a poter identificare mine del peso di 8 grammi poste a 15 cm. di
profondità con una media del 70/80%
di rilevamenti positivi.
Ma esistono diverse tipologie di mine che sono
amagnetiche e pertanto non rilevabili con tali strumenti. Per esempio, il tipo PMA3 utilizzate in Bosnia sono amagnetiche ed estremamente
pericolose in quanto l’involucro esterno si deteriora facilmente con
gli agenti atmosferici e le escursioni termiche …. Con il risultato che
diventano ulteriormente più sensibili alle sollecitazioni, in queste condizioni
sono sufficienti poche decine di grammi di pressione per farle esplodere.
In Afghanistan dopo che il territorio fu abbandonato
dalle truppe russe rimasero sul terreno circa 15.000.000 (QUINDICI
MILIONI) di mine e un numero incalcolabile di ordigni inesplosi
(granate di artiglieria, razzi e munizionamento vario).
In Cambogia, secondo recenti dati, circa 35.000 persone hanno sofferto di
mutilazioni o sono decedute a causa delle mine antiuomo, così come avviene in
Mozambico, Angola, Cecenia, Kurdistan iracheno e persino nella ex-Jugoslavia.
Ogni 20 minuti in qualche parte del mondo un essere umano
salta su una mina; le mine antiuomo hanno causato nel 2011 circa 5.197 morti,
un terzo dei quali bambini.
Come detto le mine di nuova concezione utilizzano fibre
ottiche e sensori che le rendono quasi dei congegni intelligenti e quindi di
una pericolosità straordinaria.
Pertanto, la rimozione delle mine terrestri è un’attività
estremamente pericolosa, molto costosa e richiede temi molto lunghi rendendo i
terreni minati non utilizzabili né percorribili per decenni, specialmente nei
paesi poveri che non hanno i mezzi per portare a termine lo sminamento.
SUB-MUNIZIONI.
Le sub-munizioni a saturazione d’aria hanno un effetto
grandinata, sono escluse dal trattato
di Ottawa ma purtroppo sono diffusissime e molto più pericolose delle
mine stesse. Alcune delle più note sono le KB1 e le BLU (note anche come bombe
gialle dell’adriatico).
Le KB1 sono solitamente contenute all’interno di un “cluster” in numero di 600/800 oppure
all’interno di un proietto di artiglieria, da cui anche il nome di bombe a
grappolo.
Hanno una forma cilindrica che termina a tronco di cono e
la dimensione è poco più grande di un tappo di spumante. All’interno hanno 32
gr. di un esplosivo chiamato RDX (estremamente potente) e funzionano a carica
cava riuscendo così a perforare 6,5 cm. di acciaio e le schegge a forma
romboidale con i bordi taglienti come un rasoio possono arrivare sino a 150
metri dal punto dell’esplosione, inoltre al centro del cilindro c’è una fascia
in gomma poliuretano con circa 380 pallini in acciaio che vengo scagliati a
360° intorno al punto dell’esplosione. Il congegno di accensione è strutturato
in modo tale che il 70% di questi ordigni esplode all’impatto con il suolo o
veicoli mentre il 30% resta appeso ai rami degli alberi, arbusti o staccionate,
perfettamente attivo e sensibile ad ogni sollecitazione e pertanto estremamente
pericoloso.
4.
TRATTATO DI OTTAWA (Canada).
Prima della messa al bando, il presso di questi ordigni
oscillava dai 3 dollari delle mine cinesi ai 276 dollari dei più sicuri modelli
statunitensi.
Firmato a DICEMBRE
1997 con efficacia da MARZO 1999,
è stato ratificato da 40 stati fra cui l’Italia, mentre altri 36 stati
inizialmente non hanno aderito e anzi lo hanno disatteso totalmente.
Attualmente si è giunti al numero di 160 stati firmatari.
Il trattato è una convenzione internazionale che
proibisce la produzione, l’uso, stoccaggio e vendita delle mine antiuomo (non anticarro) e, inoltre, prevede
l’impegno a distruggere in 4 anni il loro stock di mine antiuomo ed a
bonificare le aree minate entro i 10 km. dalle loro frontiere.
Per dare un’idea
degli interessi che gravitano intorno a questo mercato fra gli stati NON
firmatari ci sono: USA, Arabia Saudita, Birmania, Cina, le due Coree, Cuba,
Egitto, India, Iran, Israele, Libia, Marocco, Pakistan, Singapore, Vietnam e
vari altri.
5.
Lezione
a bambini su precauzioni e riconoscimento visivo di mine e ordigni
BOSNIA-ERZEGOVINA
foto tratta da:https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Mine-in-Bosnia-Erzegovina-la-morte-invisibile-203290
Intervento premessa di Giuseppe Troilo:
La Giornata si e' conclusa con dibattito ed ulteriori spiegazioni ed ha visto un ottimo coinvolgimento sia dei Relatori che del pubblico.