La Fidca di Udine partecipa e sostiene il 21 Raduno dei Cacciatori delle Alpi a Cividale del Friuli, la Fidca di Udine rappresenterà la FIDCA Nazionale poiche' questo Raduno ricorda il Sacrificio a Difesa del Territorio Nazionale e della importante Storia del Suo Fondatore assieme alla Società Mutuo Soccorso Giuseppe Garibali-Eroe Nazionale.
Storia : Regio Esercito - Divisione Cacciatori delle Alpi
Origini e vicende organiche
Trae origini dalla "Brigata delle Alpi" che ha alle sue dipendenze organiche il 51° e il 52° Rgt. Fanteria, viene incorporata nell'Esercito regolare sardo il 14 marzo 1860. In esecuzione della legge 11 marzo 1926 sull'ordinamento dell'esercito, che prevede la costituzione delle brigate su tre reggimenti, il 25 novembre assume il nome di XXII Brigata di Fanteria e inquadra, oltre al 51° e 52° Rgt. di Fanteria della vecchia Brigata Alpi, anche l'81° Rgt. Fanteria della disciolta Brigata Torino. Nel 1939, in relazione al programma di trasformazione organica dell'Esercito e in conseguenza della costituzione delle divisioni nuovo tipo, il Comando Brigata Fanteria Alpi viene soppresso e si costituisce la Divisione Fanteria Cacciatori delle Alpi (22a) che assume alle dipendenze, oltre al 51° e 52° Rgt. Fanteria, anche il 1° Rgt. Artiglieria Divisionale.
Guerra 1940-43
1940 - Il 10 giugno, la Divisione risulta dislocata in Liguria come riserva d'Armata nella zona, di Perinaldo-Pigna-Castel Vittorio in Liguria. Il 19 giugno, in previsione dell'offensiva contro la Francia, si trasferisce nella zona di Molini di Triora-Vallecrosia e Camporosso, dove il 24 viene raggiunta dall'armistizio.
1941 - Nella prima quindicina di gennaio, la Divisione viene trasferita in Albania. Il 18 si porta nel settore Bubes-Ciaf e Chiciocut-Monastero, il 19 gennaio si trova concentrata nella piana di Berat, pronta all'impiego e il 21 assume la responsabilità del tratto compreso tra la confluenza Osum-Perroj i Bronecit e Bubesit, a sbarramento degli attacchi nemici lungo la valle dell'Osum. Il 25 il nemico attacca con estrema violenza le posizioni di Bregu Gliulei con l'intenzione di aprirsi un varco verso la città di Berat e dopo aspri combattimenti durati fino al 28 riesce ad impadronirsi dell'importante posizione, costringendo le unità della divisione, fortemente decimate, ad arretrare sulla sinistra del torrente Lumiberat. In febbraio continuano gli attacchi delle forze greche in fondo a Valle Osum e a Sckombi i Selanijt che non danno alcun risultato per la tenace resistenza della divisione. In marzo la divisione passa all'offensiva e dal 9 al 10 attacca le posizioni di Mali Spadarit e Bregu Gliulei che, con un parziale successo, vengono parzialmente riconquistare. Dal 15 aprile la divisione, sempre dalle stesse posizioni, partecipa all'offensiva generale nella zona di Koriza e, dopo aver vinto le resistenze nemiche, avanza lungo la sponda sinistra dell'Osum occupando, prima Bregu Gliulei e Spadarit e quindi il nodo stradale di Chiaf e Morii e Sciarova. Il 21 aprile, attraversata la Vojussa nella zona di Premeti, occupa il costone di Dracove, bloccando il nemico in ritirata e impedendogli di defluire verso il confine greco. Il 28 è dislocata nella zona di Koriza e poi verso il confine greco-albanese tra Ponte Perati e Erseke. In luglio, la G.U. viene trasferita in Montenegro nella zona di Podgorica e in settembre in Dalmazia nella zona compresa fra Spalato e Sebenico. Dal 9 ottobre al 9 novembre partecipa a una vasta azione antipartigiana al confine serbo-croato. Nel mese di dicembre, la Divisione viene spostata in Croazia, nella zona di Metkovic.
1942 - Fino al mese di giugno, la Divisione viene impiegata in operazioni antipartigiane in Croazia nella zona di Ragusa-Gacko (operazione "Trio" dal 20 aprile al 16 giugno 42), e in seguito viene dislocata più a nord, in Slovenia, nella zona di Lubiana dove prende parte a vaste operazioni di polizia militare attorno a Ribnica-Brezzovica-Velike Lasce, nella zona di Lubiana.
1943 - Dopo l'8 settembre si dirige da Lubiana verso Fiume dove l'11 settembre viene sciolta in conseguenza dei fatti che determinarono l'armistizio.
Unità maggiori
La 22a Divisione di Fanteria era così composta:
1940-1943 |
51° Rgt. fanteria "Alpi" 105a Legione CC.NN. 104° Btg. CC.NN. "S. Trotti" 105° Btg. CC.NN. "B. Maggioni" 1° Rgt. artiglieria "Cacciatori delle Alpi" 22° Btg mortai da 81 22a Cp. cannoni controcarro da 47/32 56a Cp. Genio 22a Cp. mista telegrafisti/marconisti 25a Sez. Sanità 26a Sez. Sussistenza 20a Sez. panettieri |
Storia
Il 52° Battaglione "ALPI" discende dai tre Reggimenti di Volontari, formati nellla primavera del 1859, in previsione della guerra contro l'Austria, nei Depositi di Cuneo e di Savigliano e riuniti nella Brigata "Cacciatori delle Alpi" al comando della quale fu destinato Giuseppe Garibaldi nominato Maggior Generale dell'Armata Sarda. Le imprese dei "Cacciatori delle Alpi" nella Campagna del 1859 sono ben conosciute. Meritano però di essere ricordate sia pur brevemente perché costituiscono un modello di operazioni militari in montagna e testimoniano l'eccezio nale capacità manovriera dell'Eroe dei Due Mondi.
Lasciato libero di agire come avrebbe ritenuto più opportuno, Garibaldi, con decisione molto coraggiosa, mosse verso il Lago Maggiore. I circa tremila Cacciatori entrano nella terra lombarda, a parecchie giornate di marcia dalle truppe piemontesi più avanzate, senza sapere né come né quando i franco-sardi avrebbero potuto aiutarli. Per assicurare una maggiore celerità al movimento, il Generale ordinò ai volontari di lasciare gli zaini, sostituendoli con grandi tasche applicate all'interno dei cappotti e vietò qualsiasi bagaglio all'infuori del materiale sanitario e delle munizioni.
A mezzodì del 20 maggio la Brigata partì da Biella per Gattinara ed il 22 era ad Arona, dove Garibaldi aveva ostentatamente fatto raccogliere viveri e scegliere alloggiamenti allo scopo di ingannare gli austriaci. I "Cacciatori delle Alpi" appena giunti ad Arona marciarono a sud, su Castelletto, dove due Compagnie passarono il Ticino nella notte dal 22 al 23, occupando di sorpresa Sesto Calende e ristabilendo il ponte galleggiante, sul quale il grosso della Brigata non tardò a raggiungere la sponda lombarda. L'arrivo dei garibaldini a Varese ed il fermento che subito si manifestò a Milano fecero intanto apparire imminente la temuta insurrezione dell'alta Lombardia e il Comando austriaco ordinò all'Urban di muovere da Como a Varese con la Brigata Rupprecht mentre gli si mandava in rinforzo, per ferrovia, la Brigata Augustin.
Garibaldi informato dei movimenti austriaci, attese il nemico a Varese, dove il 26 l'UIrban, con la Brigata Rupprecht, fu respinto e dovette ripiegare su Como. In questa città egli trovò altri rinforzi e ricevette la Brigata Augustin. Il vittorioso combattimento di Varese aveva imposto ai "Cacciatori" la perdita di 85 Volontari, tra i quali Enrico Cairoli, primo dei quattro fratelli, che dovevano offrire la vita all'Italia.
Dopo la vittoria di Varese i Cacciatori delle Alpi marciarono su Como, dove il grosso della Divisoine Urban si preparava a difendere la città ed aveva dislocato i suoi avamposti tra San Fermo e Civello. Garibaldi decise di impadronirsi di San Fermo, da dove dominava il lago; fece attaccare, il 26 maggio, gli avamposti austriaci dalla Compagnia De Cristofori, mentre il Reggimento Medici doveva assalire i nemici sul fianco e tentare di tagliar loro la ritirata. Sopraffatti dopo un duro combattimento e messi in fuga gli avamposti nemici, travolte le forze che accorrevano al contrattacco, il Generale, marciò decisamente verso Como, lasciando, quale retroguardia, cinque Compagnie di Volontari a San Fermo, con l'incarico di resistere tenacemente al nemico, molto più numeroso. Occupata Como, Garibaldi richiamò le cinque Compagnie da San Fermo e fece occupare Camerata, alle porte della città; mentre gli austriaci partivano per Monza, lasciando bagagli, magazzini e prigionieri nelle mani dei Cacciatori.
Nessun garibaldino rimase prigioniero; ma a San Fermo aveva concluso la sua vita, tutta dedicata alla Patria, il Capitano Carlo de Cristoforis. Il possesso di Como apriva a Garibaldi le vie della Valtellina e del Bergamasco, dove l'insurrezione già serpeggiava. Una Compagnia di Cacciatori fu subito mandata a Lecco a sostenere gli insorti, e ben presto la situazione divenne così preoccupante per gli Austriaci che il 29 maggio la Brigata Hodiz, la quale si stava trasferendo proprio allora dalla Boemia in Italia, fu mandata a Bergamo, dove rimase fin dopo Magenta. L'occupazione di Como non costituiva per i Cacciatori delle Alpi che una premessa per un'azione sulle retrovie nemiche.
Per conseguenza gli Austriaci,consapevoli del pericolo, non avrebbero tardato a rioccupare la città. Con questa previsione il Generale, non volendo rassegnarsi ad una lotta difensiva, nella quale difficilmente la sua abilità manovriera e l'impeto dei volontari avrebbe potuto compensare l'esiguità delle forze, decise di lasciare Como, anche per non subire la volontà dell'avversario, e si diresse a Lavento, dove tentò un colpo di mano, non riuscito, contro il Forte. Informato che l'Urban aveva bombardato Varese, Garibaldi per la montagna ritornò presso la cittadina e poi, sempre percorrendo sentieri di montagna, ritornò ad attaccarlo.
Intanto l'Esercito Franco-Piemontese passava il Ticino e sconfiggeva gli Austriaci a Magenta. Garibaldi aveva magistralmente assolto il compito di distrarre all'azione principale grosse formazioni nemiche.
Dopo Magenta, i Cacciatori delle Alpi continuarono a costituire l'ala sinistra dei Franco-Piemontesi ed entrarono primi a Bergamo e primi a Brescia. Il 15 giugno, quando stavano per passare il Chiese, i Cacciatori si scontrarono a Treponti con la Divisione austriaca in ritirata. Fu un combattimento sanguinoso - cadde tra molti altri il Capitano Narciso Bronzetti - di esito incerto, che costrinse comunque al ritiro un nemico molto più numeroso.
Inviato in Valtellina, per impedire la possibile discesa di un Corpo d'Armata austriaco dal Trentino i Cacciatori delle Alpi terminarono la Campagna allo Stelvio.
Con regio Decreto del 14 maggio 1860 la Brigata fu incorporata nell'Armata Sarda con la denominazione di "ALPI" ed ordinata su due Reggimenti, il 51° e il 52°. Il 20 maggio fu sciolto il Battaglione valtellinese e incorporato nei due Reggimenti. Il Battaglione adolescenti andò a Biella; nel febbraio 1860 esso venne considerato quale succursale del Battaglione figli di Militari, e fu sciolto il primo gennaio 1861. Scioltesi nel 1871 le Brigate permanenti, i due Reggimenti vennero a chiamarsi rispettivamente 51° e 52° Reggimento di Fanteria (Alpi). Nel 1881 essi furono nuovamente riuniti nella Brigata "Alpi" (51° e 52° Reggimento Fanteria). Fra il 1895 e il 1896 il 52° Reggimento Fanteria, per la guerra Italo-Abissina, concorre alla formazione dei Battaglioni di Fanteria d'Africa e si batté eroicamente ad Adua il primo marzo 1896.
Successivamente viene mobilitato per la guerra libica, a Tripoli, il 10 novembre 1911. L'anno successivo a Sidi Bilal il 20 settembre si scontra in durissimi combattimenti contro gli Arabo-Turchi che mette in fuga dopo 10 ore di lotta furiosa. Per il suo splendido comportamento, viene conferita alla Bandiera la Medaglia d'Oro al Valore Militare.
Durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918) si batté valorosamente alla Marmolada, al Passo Fedaia, al Sasso di Mezzodì, al Col di Lana, al Ponte di Vidor, sul Grappa. Inviato in Francia nel 1918, combatté a Bligny, Bois de Courton, sul fiume Aisne, Sissonne, Vauxerre, Chemin des Dames , Rozoy sur Serre. Al Reggimento vengono conferite la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia e due Medaglie d'Argento al Valore Militare.
In virtù della legge 11 marzo 1926, le Brigate di Fanteria furono assegnate alla XXII Brigata.
Il primo ottobre 1934, il 52° Fanteria assunse la denominazione di 52° Reggimento di Fanteria "Scuola" assorbendo la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Spoleto, e fu formato su due Battaglioni Allievi ed uno Truppa.
Concorse alla guerra Italo-Etiopica 1935-1936 con l'invio di Complementi a Reparti mobilitati in Africa Orientale.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, venne inviato alla Frontiera Occidentale. Successivamente, il 12 gennaio 1941, venne trasferito nella tormentatissima terra di Grecia, dove l'Italia era impegnata in una dura lotta contro un nemico agguerrito, ben armato ed acclimatato. Il 4 gennaio i Cacciatori dopo lunghe marce effettuate in condizioni di tempo terribili per il freddo e la pioggia insistente, si schierarono dove la lotta era più aspra, nei pressi di Murit.
In 6 ore di aspri combattimenti, furono feriti il Colonnello Comandante e molti altri Ufficiali, mentre i Cacciatori si impegnarono fino all'estremo delle loro forze. Poi, fino al mese di marzo, il 52° rimase sistemato a caposaldo sulla aspra altura di Ciafa e Bubesit; scavò appostamenti, trincee, camminamenti lunghi e profondi sotto l'inclemenza del tempo e l'offesa esasperante dei mortai greci. Dopo questo periodo di guerra di trincea, finalmente mutò l'equilibrio delle forze e le nostre truppe passarono all'offensiva.
Durante due giornate di duri combattimenti, i Cacciatori riuscirono a portarsi fin sotto le posizioni più elevate travolgendo la resistenza greca. Premuti e minacciati di aggiramento, i Greci durante la notte ripiegarono precipitosamente, cosicché il 15 aprile i Cacciatori raggiunsero le alture di Vinon inseguendo il nemico in fuga. A memoria di questa Campagna, fu conferita alla Bandiera del Reggimento una Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
Conclusa la Campagna di Grecia il Reggimento venne impiegato in operazioni di polizia in Jugoslavia, e nel 1943 disciolto.
Ricostituito il 1 luglio 1958 a Cuneo, per trasformazione del 2° CAR, venne trasferito nel giugno 1963 a Fossano.
Il 22 settembre 1964, nel quadro del riordinamento delle Forze destinate al presidio delle opere fortificate, il Reggimento venne trasferito nel Friuli e dislocato alla Frontiera Orientale assumendo la denominazione di 52° Reggimento Fanteria d'Arresto "Alpi" alle dipendenze della Divisione Fanteria "Mantova", con sede del Comando a Tarcento, I Battaglione ad Attimis, III Battaglione a Ipplis con distaccamenti a Purgessimo e Grupignano.
In occasione del terremoto che ha devastato il Friuli, il 6 maggio 1976 e successivamente il 15 settembre, partecipa alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite, meritandosi una Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito. La caserma "Urli" di Tarcento, per i gravi danni subiti, viene dichiarata inagibile, mentre la caserma "Grimaz" di Attimis subisce danni che vengono riparati nell'arco di quattro mesi.
Nelle conseguenti opere di sostegno alla popolazione, i Cacciatori inizialmente furono chiamati a svolgere lavori complementari, quali il montaggio di tiranti, arcareggi, per i quali non era necessaria manodopera specializzata e, in tempi successivi, visti gli ottimi risultati conseguiti, furono impegnati anche nella collocazione dei prefabbricati in quasi tutte le loro componenti. Tale attività ha abbracciato lavori che vanno dalla messa in opera, dalla copertura, al montaggio dei pannelli, dalla verniciatura degli interni, all'applicazione delle prese di corrente e degli interruttori, per un totale di 25 mila ore lavorative.
È da mettere in risalto l'impegno con il quale i fanti del 52° "Alpi" hanno assolto il loro compito, senza limitazioni di tempo e di condizioni climatiche, durante l'arco delle varie settimane.
Il primo ottobre 1976, nel quadro della ristrutturazione dei Reparti dell'Esercito, il 52° Reggimento Fanteria viene sciolto ed il 1° Battaglione eredita la Bandiera, le Glorie e le Tradizioni, assumendo la denominazione di 52° Battaglione Fanteria d'Arresto "Alpi" con sede in Attimis e Grupignano alle dipendenze della Divisione Meccanizzata "Mantova".
Dal 1° ottobre 1986 a seguito dello scioglimento delle Divisioni, il Battaglione passa alle dipendenze della Brigata Meccanizzata "Mantova". Il 7 luglio 1991 la Bandiera di Combattimento si trasferisce alla Caserma "Zucchi Lanfranco" di Cividale del Friuli, nuova sede del Battaglione.
Il 1 aprile 1993, infine, nella Caserma di Portogruaro (VE) assume la denominazione di 52° Battaglione "ALPI" con funzioni di CAR. Dal 31 agosto 1996 i Cacciatori delle Alpi non esistono più (come da O.d.G n.01 del 31/08/1996 firmato Ten. Col. Franco Ranella in Portogruaro). La Bandiera viene custodita presso l'Altare della Patria, in un sacrario che è ogni giorno di più un mausoleo di vessilli d'Unità soppresse.
Campagne di Guerra e fatti d'arme
* 1859 - Seconda Guerra di Indipendenza: battaglie di Varese (23-26 febbraio), battaglia di San Fermo (27 maggio) occupazione di Lecco e Bergamo, battaglia di Treponti (15 giugno) Concessione di Medaglia d'Argento al Valor Militare;
* 1862 - Brigantaggio: prende parte alle operazioni contro il brigantaggio nelle zone di Castellammare del Golfo, Palermo, Trapani;
* 1866 - Terza Guerra di Indipendenza: occupazione di Monte Torre presso Custoza (24 giugno);
* 1898-1897 - Eritrea: fornisce 9 ufficiali e 281 uomini per i vari reparti mobilitati;
* 1911-1912 - Libia: Battaglia di Sidi Messri (26 settembre 1911), battaglia di Ain Zara (4 dicembre 1911), battaglia di Sidi Bilal (20 settembre 1912). Concessione di Medaglia d'Oro al Valor Militare;
* 1915-1918 - Prima Guerra Mondiale: Settori operativi di Col di Lana, Passo Fedaia, Ciampo Vedil, Marmolada, Ponte di Vidor, Grave di Ciano, inoltre, il 23 aprile 1918 inquadrato nel II Corpo d'Armata Italiano viene assegnato al fronte occidentale nei settori dell'Aisne, argonne e Bligny. Concessione dell'Ordine Militare d'Italia, 2 Medaglie d'Argento al Valor Militare;
* 1935-1936 - Africa Orientale: Concorre alla mobilitazione dei reparti fornendo 15 ufficiali e 123 uomini;
* 1940-1945 - Seconda Guerra Mondiale: Fronte alpino Occidentale, Fronte Greco-Albanese, Frontiera Jugoslava. Concessione Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Comandanti
1859-1860 Secondo Reggimento Brigata Cacciatori delle AlpiTen. Col. Giacomo MEDICI (17/03/1859 - 11/10/1859)
1860-1871 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Brigata delle Alpi
Ten. Col. Giacomo MEDICI
Ten. Col. Camillo BOLDONI (11/10/1859 - 20/11/1860)
Ten. Col. Giacomo PEYRON (20/11/1860 - 12/05/1864)
Ten. Col. Michele PIANO (12/05/1864 - 13/1/1869)
Col. Andrea FANZIOLI (28/02/1869 - 23/12/1875)
1871-1881 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Alpi
Col. Andrea FANZIOLI
Col. Eusebio CHIO (23/12/1875 - 01/12/1881)
Col. Camillo BORONCELLI (01/12/1881 - 12/02/1887)
1881-1926 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Brigata Alpi
Col. Camillo BORONCELLI
Col. Dante TARUFFI (20/02/1887 - 02/06/1891)
Col. Alfredo MANTOVANI (23/08/1891 - 15/07/1897)
Col. Carlo FENOGLIO (15/07/1897 - 01/09/1901)
Col. Bartolomeo CIATTI (01/09/1901 - 01/03/1908)
Col. Giuseppe AMARI DI SANT'ADRIANO (01/03/1908 - 17/11/1912)
Col. Carlo BLOISE (17/11/1912 - 16/04/1915)
Col. Federico TRULLA (19/04/1915 - 11/11/1915)
Col. Pietro GLEIJESES (11/11/1915 - 14/07/1918)
Ten. Col. Enea CHIODELLI (14/07/1918 - 15/07/1918
Ten. Col. Ubaldo SODDU (22/07/1918 - 28/07/1918)
Col Luigi CELEBRINI DI S.MARTINO (29/07/1918 - 21/08/1919)
Col. Edgardo ALCIONI (18/09/1919 - 10/05/1920)
Col. Antonio GOIAN (10/05/1920 - 13/11/1925)
Col. Salvatore MARRAS (12/05/1925 - 07/08/1925)
Col Fausto PANDOLFINI (07/08/1925 - 05/12/1926)
1926-1946 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Brigata Alpi
Col Fausto PANDOLFINI
Col. Domenico SICILIANI (05/12/1926 - 16/12/1928)
Ten. Col. Luigi BELLARDINI (16/12/1928 - 15/01/1929)
Col. Gabriele VALLO (15/01/1929 - 01/04/1931)
Col. Nicola SPINELLI (01/04/1931 - 01/11/1933)
Col. Emilio GIGLIOLI (11/11/1933 - 31/05/1937)
Ten. Col. Domenico AURILIA (31/05/1937 - 30/07/1937)
Col. Paolo ANGGIOY (30/07/1937 - 25/06/1938)
Ten. Col. Sergio PINELLI - Ten. Col. Clemente FRATTI (25/06/1938 - 06/06/1940)
Col. Ugo PUCCI (06/06/1940 - 25/01/1941)
Cap. Edoardo POSANI (26/01/1941 - 29/01/1941)
Col. Salvatore D'AGOSTINO (30/01/1941 - 16/03/1941)
Col. Luigi MAGGIORE-PERNI (16/03/1941 - 28/02/1942)
Ten. Col. Ottorino CASALI (01/03/1942 - 07/04/1942)
Col. Umberto MORANDI (07/04/1942 - 31/08/1943)
Col. Umberto SCALCINO (31/08/1943 - ../09/1943)
1958-1964 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Alpi - CAR
Col. Augusto FERLINI (01/07/1958 - 21/11/1958)
Col. Aldo CIACCIA (21/11/1958 - 21/11/1959)
Col. Carlo CIRESI (21/11/1959 - 06/09/1961)
Col. Simone SANNICOLA (06/09/1961 - 15/02/1963)
Col. Umberto DI DOMENICO (15/02/1963 - 15/07/1964)
Col. Vincenzo CARDO (15/07/1964 - 01/09/1966)
1964-1976 Cinquantaduesimo Reggimento Fanteria Alpi
Col. Vincenzo CARDO
Col. Ermanno MARINI (01/09/1966 - 30/09/1968)
Col. Armando DI PAOLA (30/09/1968 - 20/08/1970)
Col. Aldo FRAGOMENO (20/008/1970 - 01/09/1971)
Col. Gualtiero ALBERGHINI (01/09/1971 - 01/09/1972)
Col. Arturo VITA (01/09/1972 - 25/09/1973)
Col. Angelo SORDI (25/09/1973 - 25/09/1974)
Col. Giuseppe ZEFELIPPO (25/09/1974 - 25/09/1975)
Col. Luigi DE LUCIA (25/09/1975 - 30/09/1976)
1976-1993 Cinquantaduesimo Battaglione Fanteria d'Arresto Alpi
Ten. Col. Marcello MEOCOLOMBO (01/10/1976 - 12/09/1977)
Ten. Col. Renzo BERNARDINI (13/09/1977 - 02/09/1979)
Ten. Col. Ferruccio BOTTI (03/09/1979 - 02/09/1980)
Ten. Col. Pietro BENATTI (03/09/1980 - 02/09/1982)
Ten. Col. Pierangelo ROSSO (03/09/1982 - 02/09/1983)
Ten. Col. Luigi MADONNA (03/09/1983 - 31/08/1985)
Ten. Col. Giancarlo TORCELLI (01/09/1985 - 22/09/1987)
Ten. Col. Michele DI BENEDETTO (23/09/1987 - 31/08/1989)
Ten. Col. Giovanni MASUCCI (01/09/1989 - 22/09/1991)
(il 7 luglio 1991 si trasferisce a Cividale del Friuli)
Ten. Col. Romano MARTELLA (23/09/1991 - 31/03/1993)
(il 1 aprile 1993 si trasferisce a Portogruaro e diviene C.A.R.)
1993-1996 Cinquantaduesimo Battaglione Alpi
Ten. Col. Corrado LA ROCCA (01/04/1993 - 13/01/1994)
Ten. Col. Francesco PERSANO (14/01/1994 - 01/09/1995)
Ten. Col. Franco RANELLA (02/09/1995 - 29/08/1996)
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