venerdì 8 novembre 2024

FIDCA Udine : 08/11/2024 Santa Margherita al Gruagno (UD);24/10/2024 Giornata delle Nazioni Unite Relazione FIDCA UD di Troilo e Quattrocchi

 Nella giornata del g 08/11/2024 FIDCA Udine ricorda i Caduti di Santa Maria Margherita al Gruagno,presente Antonello Quattrocchi.





----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE NAZIONI UNITE.










LA FIDCA di Udine ha relazionato sulla Giornata Internazionale delle Nazioni Unite all'Università di Udine con i Soci Giuseppe Troilo e Antonello Quattrocchi.
A seguire parte della Relazione.

Un cordiale saluto anche da parte di Antonello Quattrocchi impegnato altrove per compiti istituzionali e che comunque non ha fatto mancare il suo contributo a questa occasione mediante una breve relazione che vi leggerò.

 

L’ONU NEL MONDO

Le capacità degli organi delle Nazioni Unite di incidere sulla sorte di un conflitto in corso sono alquanto ridotte. Occorre interrogarsi sull’esigenza di una riforma.

Come stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite, il compito principale della sua Organizzazione (Onu) è quello di salvare le future generazioni dal flagello della guerra. Tuttavia, non di rado sono emersi i limiti istituzionali dell’Onu nel perseguire siffatto mandato. 

La recente invasione dell’Ucraina da parte della Russia nella notte del 23 febbraio 2022 ha ulteriormente riacceso il dibattito sulla capacità delle Nazioni Unite – soprattutto nella veste dei suoi organi più rappresentativi – di fronteggiare situazioni di crisi politiche internazionali. 

È evidente come tale dibattito tragga l’origine dal mancato contenimento dell’invasione bellica, nonostante la vertiginosa escalation degli eventi a seguito del riconoscimento pubblico delle Repubbliche di Donetsk e Luhansk da parte del presidente russo, avvenuto il 22 febbraio 2022.

Ciò non significa che l’Onu non abbia preso alcun provvedimento. Anzi, nei limiti delle proprie capacità decisionali, l’organizzazione ha espressamente qualificato come illegittimo l’atteggiamento della Russia. 

Il potere di veto dei membri del Consiglio di Sicurezza blocca i caschi blu

Il riferimento al perimetro dei poteri decisionali non è però casuale. Difatti, il Consiglio di Sicurezza – ossia l’unico organo dotato del potere di adottare le misure cogenti “per il mantenimento della pace e la sicurezza internazionale” ai sensi del Capitolo VII della Carta Onu – può deliberare una missione militare dei caschi blu o autorizzare l’intervento armato della coalizione degli Stati volenterosi solamente nel caso in cui nessuno dei cinque membri permanenti eserciti il proprio potere di veto

Tra questi membri – oltre a Stati Uniti, Cina, Inghilterra e Francia – figura anche la Russia. Proprio il veto di quest’ultimo Stato ha impedito al Consiglio di Sicurezza di adottare la risoluzione S/2022/155 del 25 febbraio 2022, che avrebbe qualificato il suo intervento militare come lesivo del divieto dell’uso della forza sancito dall’art. 2, para. 4, della Carta Onu. 

Tale condotta si pone, del resto, in linea con quella di altre grandi potenze, al fine di tutelare i propri interessi politici, come già avvenuto in occasione di precedenti conflitti armati, tra cui in particolare quello riguardante la Siria, al cui contrasto la Russia ha sempre espresso un voto negativo.

L’unica possibilità di aggirare il potere di veto è rappresentata da un intervento suppletivo dell’Assemblea generare dell’Onu in termini prospettati dalla sua risoluzione Uniting for Peace del 1950, emanata a seguito dell’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord avvenuta nello stesso anno. Ai sensi di tale risoluzione, l’Assemblea generale può adottare misure necessarie per il mantenimento della pace internazionale – comprese quelle implicanti l’uso della forza armata – laddove il Consiglio di sicurezza sia impedito nell’esercizio delle proprie funzioni dal veto di uno dei suoi membri permanenti. 

L’intervento suppletivo dell’Assemblea generale ha avuto valore solo simbolico

Ed è stata esattamente questa la strada scelta dall’Assemblea generale – sollecitata dal Consiglio stesso peraltro – che con la risoluzione del 2 marzo 2022 ha definito l’intervento militare in Ucraina in violazione dei principi di diritto internazionale, intimando alla Russia l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro completo delle truppe. 

Cionondimeno, tale intervento si è limitato ad una condanna più che altro simbolica. Difatti, nessun potere suppletivo del Consiglio di Sicurezza è stato esercitato né in termini di soluzione pacifica delle controversie, ad esempio mediante la nomina di un mediatore, né mediante il ricorso all’uso della forza, pur sempre previsto dalla risoluzione Uniting for Peace

Siffatte soluzioni non sono però precluse in futuro; la risoluzione dell’Assemblea generale prevede, infatti, al paragrafo 16 la possibilità di essere aggiornata su richiesta degli Stati parti. Tuttavia, in sei mesi successivi alla sua adozione, nessun ulteriore provvedimento è stato preso.

Esistono quindi ridotte capacità degli organi delle Nazioni Unite di incidere sulla sorte di un conflitto in corso. Occorre quindi interrogarsi sull’esigenza di una riforma.

Al di là della complessità del ricorso presentato dallo Stato aggredito, occorre sottolineare che nonostante il carattere vincolante di tali misure cautelari della Corte, non è stato attivato alcun meccanismo di controllo sul loro rispetto mediante l’onere di sottoposizione dei rapporti periodici. 
Appare evidente, dunque, come nei casi di impedimento del Consiglio di Sicurezza, l’effettiva capacità degli organi delle Nazioni Unite di incidere sulla sorte di un conflitto armato in corso siano alquanto ridotte. A tal proposito, sarebbe utile interrogarsi sull’esigenza di una 
riforma del suo processo decisionale, al fine limitare le conseguenze delle gravi crisi umanitarie per ragioni di politica internazionale.

Sabato 1° aprile la Russia ha assunto la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Nella veste di Paese aggressore nella guerra in Ucraina, da più parti ci si interroga sul ruolo che la Russia può avere nella supervisione di un organismo creato per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Ma secondo diversi esperti le capacità di Mosca di condizionare l'andamento dei lavori dell'organo sono trascurabili.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è composto da 15 membri e ognuno di loro ha un voto. Secondo la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati membri sono obbligati a rispettare le decisioni del Consiglio. Ogni Stato assume a turno la carica di presidente e la rotazione avviene ogni mese in ordine alfabetico, in base al nome suo nome scritto in inglese.

"Non bisogna sovrastimare l'importanza di questa posizione", ha dichiarato a Euronews Thomas Graham, che è un illustre collaboratore del Council on Foreign Relations. "Il presidente del Consiglio presiede sostanzialmente le riunioni e si occupa di gran parte del lavoro amministrativo, ma ha pochissimo potere per poter influenzare le decisioni effettive che il Consiglio prende".

L'ultima volta che la Russia ha avuto la presidenza è stato a febbraio 2023, il mese in cui ha lanciato l'invasione su larga scala della vicina Ucraina.

I sostenitori dell'Ucraina e persino i parlamentari vogliono che la Russia sia espulsa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma questo è "quasi impossibile". Sarebbe necessario un voto del Consiglio di sicurezza e quindi anche della Russia, che però mantiene il diritto veto. Quindi non succederà".

"La verità è che se uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza è coinvolto in un conflitto armato non c'è nulla che il Consiglio di sicurezza possa fare per fermarlo, perché quello Stato eserciterà il proprio veto come la Russia sta facendo ora sull'Ucraina, come potrebbe fare la Cina su Taiwan e gli americani sull'Afghanistan e l'Iraq".

 

Chiudo con l’auspicio che quanto prima si possa far tacere le armi e dare voce a un compromesso che possa ristabilire una pace duratura in quelle terre martoriate.

Grazie. 

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Passiamo adesso ad altro argomento la cui trattazione è stata a me delegata

di Giuseppe Troilo Fidca Udine

 

LO STATUTO ONU

Diciamo subito che :

 

Lo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite è l'accordo istitutivo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). È un trattato e quindi, secondo le normative di diritto internazionale è vincolante per tutti gli Stati che lo hanno ratificato.

 

L’incipit del Preambolo della Carta delle Nazioni Unite recita:

“Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, ecc..

La Carta fissa gli obiettivi e i principi fondamentali della comunità internazionale:

1.   Articolo 1.
I fini delle Nazioni Unite sono:
1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;
2. Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;
3. Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;
4. Costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni.

2.   Articolo 2.
L’Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini enunciati nell’art. 1, devono agire in conformità ai seguenti princìpi:
1. L’Organizzazione è fondata sul principio della sovrana eguaglianza di tutti i suoi Membri.
2. I Membri, al fine di assicurare a ciascuno di essi i diritti e i benefici risultanti dalla loro qualità di Membro, devono adempiere in buona fede gli obblighi da loro assunti in conformità al presente Statuto.
3. I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo.
4. I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.
5. I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendono in conformità alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendono un’azione preventiva o coercitiva.
6. L’Organizzazione deve fare in modo che Stati che non sono Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformità a questi princìpi, per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
7. Nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengono essenzialmente alla competenza interna di uno Stato, né obbliga i Membri a sottoporre tali questioni ad una procedura di regolamento in applicazione del presente Statuto; questo principio non pregiudica però l’applicazione di misure coercitive a norma del Capitolo VII.

3.   La Carta delle Nazioni Unite è il primo atto giuridico internazionale della storia che apre al riconoscimento giuridico dei diritti della persona e dei popoli al di là e al di sopra dei confini dello stato.

4.   La Carta delle Nazioni Unite deve considerarsi come la Costituzione della comunità internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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