Il g 2/03/2022 la Sezione dell'A.A.M. di Udine,in forma contigentata e rispettosa delle disposizioni sanitarie vigenti ha effettuato una visita guidata a Rivolto (UD) alla base del 2 Stormo Caccia e della Pattuglia Acrobatica Nazionale, presenti Quattrocchi e Troilo della FIDCA sez. di Udine.
Interessantissimo il Briefing iniziale dove sono stati illustrati i supporti che svolge il 2°Caccia e le attività a favore della Comunità Nazionale quali trasporto organi, istruzione storica ed azioni benefiche oltre a svolgere il supporto tecnico a favore del 313°Gruppo PAN.
E' stata visitata anche l'officina della Pattuglia, le postazioni missilistiche, alcuni aerei statici e la dimostrazione addestrativa di 5 velivoli PAN oltre dei video di cui inediti.
Il 1° marzo 1961 nascevano le FrecceTricolori!
Attesi a terra dal Maggiore Mario Squarcina, i primi 6 F-86E “Sabre” del Cavallino Rampante giunsero a Rivolto, oggi sede del 2º Stormo.
La Pattuglia Acrobatica Nazionale, con competenza e passione, testimonia la professionalità ed il valore di tutti gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare in Italia e all’estero.
ONORI AL 2° STORMO ED ALLA PATTUGLIA ACROBATICA NAZIONALE.
Antonello Quattrocchi |
Giuseppe Troilo |
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Omaggio Ricordo a Basiliano dei Soci Quattrocchi e Troilo in Rispetto ai Caduti Italiani 1915-1918.
Omaggio a : Capitano Castelbarco Visconti Giancarlo
Motivazione MOVM.
“Comandante di uno squadrone appiedato a sbarramento di importantissima comunicazione ed a protezione di nostre colonne di fanterie e carreggi in ritirata, assolveva il difficile compito con slancio, ardimento e cosciente sprezzo del pericolo, resistendo all'urto. Ferito alla gamba sinistra e fattosi fare una sommaria medicazione, ritornava fra i suoi cavalleggeri animandoli alla resistenza con vibrate e nobili parole. Invitato dal suo comandante di reggimento a ritirarsi, rispondeva con fierezza che non avrebbe abbandonato il suo squadrone fino alla morte e restava impavido sulla linea del fuoco. Giunto l'ordine di ripiegare, mentre montato per ultimo a cavallo sfidava eretto colla persona l'irrompente nemico, veniva colpito all'addome. Prima di morire, dominando con coraggio spartano lo spasimo della gravissima ferita, dava con serenità, ad un graduato che l'assisteva, gli ordini necessari alla distruzione dei documenti riservati dello squadrone affinché non cadessero nelle mani dell'avversario. Magnifica figura di soldato, esempio sublime di devozione al dovere e di spirito di sacrificio”.
Medaglia d'Oro
Troilo Giuseppe cippo Visconti |
Quattrocchi Antonello cippo Visconti |
Dopo la rottura del fronte italiano a Caporetto, nell’Alta Valle dell’Isonzo, avvenuta il 24 e il 25 ottobre 1917, le divisioni della 14 a Armata austro-germanica, occupata Cividale il 27 e Udine il 28, dilagarono nella pianura friulana. (…) Si cercava di apprestare anche una linea di resistenza sulla direttrice Mortegliano – Pasian Schiavonesco per fermare l’avanzata nemica. (…) Per una scelta tattica venne deciso di non installarsi nel paese di Pasian Schiavonesco ma di prendere posizione sulla strada nazionale Pontebbana nel luogo in cui, all’undicesimo chilometro, essa interseca un torrentello, la “Lavia”. La battaglia che qui si svolse nel pomeriggio del 29 ottobre prende appunto il nome di “Battaglia della Lavia” o “Battaglia di Pasian Schiavonesco”.
Basagliapenta, 29-30 ottobre 1917
STORIA .
da : https://ilforconedeldiavolo.blogspot.com/2017/10/la-battaglia-di-pozzuolo-del-friuli.html?showComment=1646670995426#c6840485489558445120
Nell'ambito della complessa manovra di ripiegamento sul Tagliamento
della II° e della III° Armata sconfitte a Caporetto si distinse la 1° divisione di cavalleria Friuli, passata alle dipendenze del VI° C.A. ed inviata
a sud di Udine in una missione apparentemente suicida contro il Gruppo
Scotti proveniente da quella città con la 1° divisione austro-ungarica e
la 5° tedesca, il Gruppo von Stein, con la 117° tedesca, e l'intero
Gruppo Boroevic, formato da almeno sei divisioni appartenenti alle due
armate austro-ungariche dell'Isonzo.
Un contadino del posto, Alfonso Flebus, l'avrebbe ritrovato e nascosto presso la sua casa fino all'avvenuta liberazione, venendo per questo gesto premiato con la medaglia di bronzo al valor militare (ricordato da Cesco Tomaselli ne "Gli ultimi di Caporetto").
Giancarlo Castelbarco Visconti Simonetta (Milano, 3 giugno 1884- Campoformido, 29 ottobre 1917) (Immagine tratta da QUI) |
Così avrebbe ricordato quei momenti il Generale Krafft von Dellmensingen nel suo libro (cit. QUI):
"Giunti davanti a Basagliapenta, si vedono muovere di qui al galoppo tre squadroni nemici (in realtà due, nota mia), incuranti della morte, con alla testa il comandante e, accanto a lui, un frate dal saio grigio. Nel giro di pochi minuti i valorosi cavalieri cadono falciati dalle mitragliatrici, ma Basagliapenta risulta ancora occupata dal nemico, cosicché si dovette procedere alla sua conquista" .
Ormai attaccati da tutta la forza nemica, i due reggimenti, ridotti nel totale a poco più della metà della forza, furono definitivamente costretti a ripiegare a Zompicchia, nei pressi di Codroipo.
Qui nel frattempo le truppe della 48° divisione dell'VIII° C.A. di Grazioli, i due reggimenti 253° e 254° della brigata Porto Maurizio, ai comandi del colonnello brigadiere Giovanni Albertazzi, arrivati per tradotta ferroviaria da Pradis via Mortegliano e Chiasellis, ed il 4° fanteria Piemonte del colonnello Filippo Taito, resistevano indomitamente sotto la spinta del nemico rispettivamente a Beano San Lorenzo i primi due, in località Villacaccia il terzo, ma in loro soccorso arrivavano anche la valorosa brigata Sassari della 25° divisione e la stremata Palermo della 68°, tutte e due del XXIV° C.A. di Caviglia: nel pomeriggio del 30 il 67° fanteria Palermo, che cinque giorni prima nei disperati combattimenti contro il Gruppo Scotti presso le alture della Stretta di Ajba, poco a occidente di Auzza, aveva perso il suo comandante, il colonnello Pietro Boldi, venne quasi interamente annientato, tra Goricizza, Rivolto e Passeriano, insieme con due battaglioni del 68° intervenuti in soccorso, e lo stesso comandante della 68° divisione, Poggi, venne preso prigioniero con tutto il suo stato maggiore.
ONORI SEMPRE AI CADUTI ED AI SOLDATI ITALIANI!
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