martedì 5 aprile 2022

FIDCA Udine : Udine 4 Aprile 2022 Giornata Internazionale ONU contro le Mine!

 La FIDCA di Udine ha partecipato e sostenuto e pubblicizzato la Giornata  Internazionale d'Azione contro le Mine ufficializzata dall'ONU.

Questa importante Giornata svoltasi a Udine sotto l'egida organizzativa del Club per l'Unesco di Udine ha visto la partecipazione della FIDCA di Udine, Federazione che svolge e sostiene  attivita' sia Solidali, Intellettuali, Culturali e di Ricordo Storico. La Giornata si e' svolta sia in collegamento telematico che in parte in presenza, rispettando le norme sanitarie in vigore.

Tema  o.d.g. della Giornata ONU:

Le mine e gli ordigni bellici continuano a uccidere o ferire migliaia di persone ogni anno. Secondo l’Onu tre quarti delle vittime sono civili, che azionano i congegni, anche dopo molti anni rispetto alla fine di un conflitto. Si calcola che ogni 20 minuti nel mondo una persona e' colpita dalle mine.


Si sottolinea la differenza nel dibattito tra Mine anti-uomo e Mine anti-carro.

Per questi motivi l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la decisione dell'8 dicembre 2005, ha identificato il 4 aprile come la Giornata internazionale per la consapevolezza sulle mine e l’assistenza all’azione contro le mine.

"Con l’istituzione di questa giornata si impegnano gli Stati, mediante l’assistenza delle Nazioni Unite e delle organizzazioni interessate, a sostenere la creazione e lo sviluppo delle competenze nel settore dello sminamento nelle zone geografiche in cui le mine e residuati bellici esplosivi costituiscono una grave minaccia per la sicurezza, la salute e la vita della popolazione civile, o un intralcio all’evoluzione sociale ed economica, a sviluppare Azione conoscitiva ed istruttiva.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha creato, nel 1997, l’Agenzia ONU per l’Azione contro le Mine (UNMAS), quale punto di riferimento nel contrasto alle mine e agli ordigni bellici inesplosi, per un mondo più sicuro in cui anche le vittime di tale contesto siano inserite pienamente all’interno della società. Quattordici differenti dipartimenti delle Nazioni Unite, agenzie, programmi e fondi forniscono svariati servizi in merito e UNMAS aiuta a coordinare i loro sforzi. UNMAS si trova all’interno del Department of Peacekeeping Operations (DPKO).

Nell’ordinamento giuridico italiano la materia risulta disciplinata da più provvedimenti."

La FIDCA di Udine con Quattrocchi Antonello ed Antonio Pipere e Giuseppe Troilo con la Presidente del Club per l'Unesco di Udine Dottoressa Renata Capria d'Aronco, fra l'altro Socia Onoraria della FIDCA di Udine hanno relazionato sull'importanza di questa Giornata dedicata, rilevando e spiegando  sia la storia, l'utilizzo e lo sviluppo delle mine da parte di Antonio Pipere -Fidca Udine, mentre per la situazione attuale e la presenza dislocata in  varie parti del mondo ha relazionato Antonello Quattrocchi -Fidca Udine, la situazione dello sminamento ed i relativi costi economici e la gestione della organizzazione e le sue complicanze sia gestionali riferibili alla gestione umana ed al suo costo,e' stata  sviluppata una relazione conoscitiva, sottolineando la situazione attuale sia nei Balcani  ma sopratutto in Bosnia, dall'amico Giuseppe Troilo -Fidca Udine, mentre il vice presidente del Club per l'Unesco di Udine Maurizio Calderari, ha portato a conoscenza dei danni e del simbolo presente a Ginevra riferibile sempre alle mine.


Sede del collegamento da dx Beltrame,Quattrocchi,Pipere,Troilo,D'Aronco,Calderari


GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE MINE (4.IV)

Lunedì 4 Aprile 2022 - ore 17.00

Biblioteca dell’Africa - Via R.Battistig, 48 – UD

https://us02web.zoom.us/j/85734088447?pwd=L2xpVER2TUM0cXBJTXJSQkdydzI4Zz09

ID riunione: 857 3408 8447 - Passcode: 940447-collegamento telematico

Renata Capria D’Aronco

Presidente del Club per l’UNESCO di Udine

Introduzione

Teresa Gualtieri

Presidente della FICLU e del Club per l’UNESCO di Catanzaro

Saluto istituzionale

Antonio Pipere

Già Luogotenente Genio Guastatori, Socio FIDCA Udine

Storia delle mine

Antonello Adriano Quattrocchi

Già Componente del Direttivo Regionale F.V.G. LIDU - Membro FIDH-(Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo), Dottore in Sociologia,Giornalista Pubblicista, Presidente -FIDCA (Federazione dei Combattenti Alleati)Sezione di Udine, Delega per i Diritti Umani nel Club per l’UNESCO di Udine

Le mine nel mondo

Giuseppe Troilo

Maresciallo Specialista  A.M. facente parte della disciolta 36^ Aereobrigata I.S. Jupiter, Socio FIDCA di Udine

Mine in Bosnia

Maurizio Calderari

Presidente dell’Associazione Culturale Sicilia Friuli Venezia Giulia, Vicepresidente del Club per l’UNESCO di Udine

Mine nel mondo  

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Si rilascia per i lettori, a seguire una relazione di riferimento svolta dall'amico Socio FIDCA: Giuseppe Troilo.


Le mine nel mondo

(Estratto da: Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo X edizione – Terra nuova edizioni)

https://www.atlanteguerre.it/notizie/dossier-le-mine-nel-mondo

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale voluta dalle Nazioni Unite per promuovere maggiore conoscenza e sostegno alle misure per eliminare il  problema delle mine e degli ordigni inesplosi per eradicare definitivamente questa minaccia dal Mondo

Il Trattato di messa al bando delle mine (1997) e la Convenzione sulle Munizioni Cluster (2008) – ricorda la Campagna Italiana contro le mine – rappresentano le due cornici legali internazionali di riferimento per impedire l’uso, la produzione, il commercio e lo stoccaggio di mine antipersona il primo e di munizioni cluster il secondo. Il Trattato di messa al bando delle Mine rappresenta uno dei trattati sul disarmo umanitario con più adesioni, l’80% dei paesi ha infatti aderito (164 stati). Ad oggi sono stati distrutti oltre 55milioni di mine presenti negli arsenali e 30 paesi si sono dichiarati liberi dalle mine, ultimi in termini di tempo il Cile ed il Regno Unito lo scorso anno. Restano al mondo 60 paesi inquinati da mine e/o munizioni cluster.

Mine antipersona continuano ad essere usate dal governo del Myanmar così come da alcuni gruppi armati non statali presenti in alcuni Paesi. Il 2019 è stato il quinto anno consecutivo con un alto numero di incidenti, ne sono stati registrati oltre 5000, a causa dell’uso indiscriminato di mine in particolare quelle definite improvvisate, oltre ad altri residuati bellici esplosivi. Sono 34 gli Stati che ancora detengono scorte di mine e 32 quelli che ancora non hanno aderito al Trattato di messa al bando. Le munizioni cluster sono state usate lo scorso anno nel conflitto in Nagorno Karabakh, e sono ancora utilizzate, in maniera continuativa dal 2012, in Siria. Il 99% delle scorte di questi ordigni detenuti dagli Stati Parte alla Convenzione è stato distrutto e sei paesi si sono dichiarati liberi dalle munizioni cluster, tra cui Croazia e Montenegro lo scorso anno.

“In questa Giornata celebriamo le vite salvate e le terre restituite libere da ordigni inesplosi alle popolazioni, attraverso il rispetto dei due Trattati di disarmo umanitario che mettono al bando mine e munizioni cluster e alle attività di mine action. Ma vogliamo anche ricordare tutti coloro che, ancora oggi, sono vittime di questi ordigni, che hanno perso la vita o sono rimasti gravemente feriti, o ancora sono ostaggio di queste armi perché a causa loro non possono fare ritorno in sicurezza nelle proprie case – dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine  – l’unico modo per garantire che queste armi non vengano usate mai più, evitando future sofferenze, è fare in modo che i paesi che ancora non l’hanno fatto aderiscano al più presto ai due trattati, e supportare la piena implementazione degli stessi da parte degli stati parte. Negando i finanziamenti ad aziende straniere che si ostinano a produrre semi di carneficina è un dovere che non può più essere rinviato”.

La Campagna Italiana Contro le Mine chiede la rapida e definitiva approvazione la proposta di legge  1813 “Misure per contrastare il finanziamento di imprese produttrici di mine, munizioni e submunizioni a grappolo” confermando l’impegno italiano in ambito di cooperazione e mine action riconosciuto a livello internazionale.

Il 21 novembre 2019 è stato presentato a Ginevra il Landmine Monitor 2019, il report annuale pubblicato dalla International Campaign to Ban Landmines che esamina e monitora i progressi realizzati nell’ambito della Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona, e fornisce una fotografia dello state dell’arte a livello mondiale rispetto all’Universalizzazione del trattato, e dei vari adempimenti degli obblighi in esso contenuti da parte degli Stati Membri.

Sempre più incidenti

Per il quarto anno consecutivo, nel 2018, si è registrato un numero eccezionalmente alto di incidenti dovuti a mine antipersona e residuati bellici esplosivi, come le mine improvvisate, residui di munizioni, cluster e altri dispositivi. Si sono registrate 6.897 vittime tra persone decedute (3.059) e ferite (3.837). Per uno dei casi registrati non si hanno notizie dello stato della vittima.

Gli incidenti si sono verificati in 50 paesi e altre aree, di cui 32 sono Stati Parte del Trattato di Messa al Bando delle mine. La percentuale maggiore delle vittime è rappresentata da civili, il 71%. Di tutti gli incidenti che coinvolgono i civili il 54% riguarda bambini, con un aumento del 7% rispetto al totale del 2017 e del 12% rispetto al 2016.

La maggior parte degli incidenti si sono verificati in Paesi teatro di conflitti armati: Afghanistan, Mali, Myanmar, Nigeria, Siria ed Ucraina. Per il terzo anno consecutivo, nel 2018, si è registrato il più alto numero di incidenti annuali causati da mine improvvisate. Il Monitor ha registrato oltre 130mile vittime e circa 90mila sopravvissuti, da quando ha iniziato il suo monitoraggio nel 1999.

L'investimento per sminare

Gli stati interessati e la comunità internazionale hanno investito circa 700milioni di dollari per lo sminamento nel periodo preso in esame. La cifra è inferiore rispetto al 2017: l’investimento nazionale è diminuito di 95milioni di dollari, mentre il supporto internazionale è diminuito di circa 53milioni. Nonostante questo però la cifra è ancora il secondo totale più alto per finanziamenti internazionali e nazionali contro le mine mai segnalati dal Monitor.

Il finanziamento è concentrato in cinque stati (Iraq, Afghanistan, Siria, Croazia e Laos), che hanno ricevuto il 55% di tutto il sostegno internazionale. La metà di tutto il finanziamento dedicato all’assistenza alle vittime è andato a soli quattro paesi: Iraq, Afghanistan, Yemen e Siria. Il declino registrato per la maggior parte degli altri destinatari ha compromesso la sostenibilità dei programmi essenziali, nonostante i bisogni delle vittime siano di lunga durata.

La maggior parte degli Stati parte del trattato sul divieto di mine non disponeva di risorse e pratiche adeguate per adempiere agli impegni assunti nel piano d’azione Maputo 2014-2019. Nella maggior parte degli Stati parte sono però stati avviati programmi di riabilitazione fisica per i sopravvissuti Monitorare il 2019.

Il Landmine Monitor Report 2020, giunto alla sua 22° edizione, sostiene che anche se i Paesi si stanno sforzando collettivamente di compiere progressi per raggiungere un mondo libero dalle Mine durante la pandemia Covid-19, si registrano nuove insidiose sfide dovute all’utilizzo delle mine improvvisate da parte di gruppi armati non statali mentre crescono gli incidenti tra i civili e la Campagna internazionale (che ha una sede anche in Italia) registra una diminuzione a livello generale nel sostegno all’azione finanziaria per lo sminamento. Progressi dunque troppo piccoli – dice il rapporto sugli ordigni anti uomo – che non stanno ancora liberando il Mondo da una delle armi più odiose e micidiali che resiste nel tempo nascosta sotto terra, nei letti dei fiumi, nei campi coltivati.

L’occasione della presentazione del rapporto ha sollecitato Human Rights Watch a intervenire per stimolare il nuovo presidente eletto negli Stati Uniti. Joe Biden, sostiene l’organizzazione, dovrebbe ripristinare la politica statunitense che vieta la produzione e l’acquisizione da parte degli Stati Uniti di mine antiuomo. Per aiutare a prevenire ulteriori vittime delle mine, gli Stati Uniti dovrebbero aderire al Trattato per la loro messa al bando “senza indugio”, ribaltando la politica della grande potenza militare che con Trump ha fatto, in questo senso, solo passi indietro. Ad oggi sono 164 i paesi che hanno aderito al Trattato di messa al bando delle mine, adottato 23 anni fa. Si tratta dell’80% dei Paesi del mondo ed i 33 paesi restanti de facto ne rispettano gli obblighi. Solo il Myanmar, che non è parte del Trattato, ha fatto uso – dice il rapporto – di mine antipersona nel periodo che va tra metà 2019 fino ad ottobre 2020. Nello stesso periodo diversi gruppi armati non statali (NSAGs) hanno fatto uso di mine in sei Paesi: Afghanistan, Colombia, India, Libia, Myanmar e Pakistan.

Progressi troppo lenti

Sul fronte dei progressi, l’ampia distruzione delle scorte di questi ordigni indiscriminati continua ad essere uno dei più grandi successi del Trattato di messa al Bando delle Mine. Ad oggi gli Stati Parte hanno distrutto oltre 55 milioni di mine antipersona presenti negli arsenali, comprese oltre 269,000 mine distrutte nel 2019. Durante il periodo preso in esame sono stati bonificati circa 156kmq e distrutte oltre 123,000 mine e il Cile, agli inizi del 2020, ha dichiarato di aver completato le operazioni di bonifica. Non di meno, il 2019 ha rappresentato il quinto anno consecutivo con un elevato numero di vittime da mina e da residuati bellici esplosivi (ERW), dovuti per lo più ai conflitti armati intensi e all’uso su larga scala di mine improvvisate. Secondo il Landmine Monitor 2020 sono stati registrati circa 5,554 incidenti da mine/ERW, più della metà dei quali provocati da mine improvvisate (2,949). I civili sono ancora la maggioranza delle persone coinvolte negli incidenti: rappresentano l’80% del totale, e di questi circa la metà coinvolge bambini (43%).

Meno finanziamenti

Quanto ai finanziamenti per combattere il problema, il 2019 ha visto una riduzione nei finanziamenti dedicati alla Mine Action a livello generale, con 45 donatori e Paesi contaminati che hanno contribuito per circa 650.7 milioni di dollari americani: il 7% in meno rispetto al 2018. Gli Stati Parte del Trattato considerati ancora inquinati da mine, fino ad ottobre 2020, sono 33. Sei di questi Paesi dovrebbero riuscire a rispettare le rispettive scadenze per completare le operazioni di bonifica, mentre otto tra loro hanno richiesto un’estensione che verrà valutata al prossimo Meeting degli State Parte che si terrà in modalità online dal 16 al 22 novembre prossimo.
Il rapporto avverte anche che la pandemia di Coronavirus ha provocato una restrizione nell’accesso ai servizi per i sopravvissuti e le persone con disabilità oltre che nell’esercizio dei propri diritti. L’impatto della pandemia è stato aggravato da anni di scarsità di risorse per l‘assistenza alle vittime in diversi Paesi. Ecco perché, conclude il rapporto, la Risk Education torna ad essere una priorità, pilastro della mine action, essenziale per far convivere in sicurezza le popolazioni affette con l’eredità di morte rappresentata da questi ordigni. (Red/E.G.).
 

Grazie per l’attenzione.






















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